Come scegliere il miglior contenitore per alimenti e bevande? In un mondo in cui incalza il verbo di Greta Thunberg capiamo insieme le differenze tra vetro, plastica, cartone e alluminio e come valutare quale materiale è il migliore per salvaguardare sì l’ambiente ma anche la nostra salute.
Plastica, il materiale più economico e più diffuso
È senza dubbio il materiale più economico e più diffuso grazie alle sue caratteristiche di leggerezza e praticità di uso. I contenitori in plastica sono disponibili in diverse dimensioni, sono resistenti agli urti e possono essere utilizzati anche nel forno a microonde (assicurarsi sempre che ci sia il simbolo che garantisce l’idoneità per la cottura).
Con il tempo e l’utilizzo la plastica tende a modificare la sua struttura e, di conseguenza, si degrada. La degradazione è causata da agenti fisici (luce, calore, umidità), chimici (contatto con cibi o detergenti), meccanici (abrasione durante le operazioni di lavaggio o usura per contatto con stoviglie e utensili). Questo può provocare la migrazione di sostanze dannose per la salute. Per tale motivo quando utilizziamo un contenitore in plastica più e più volte assicuriamoci che sia integro. La plastica tende a rilasciare le proprie sostanze a contatto con alimenti grassi e in presenza di calore. Attenzione dunque a non conservare in luoghi eccessivamente caldi alimenti grassi che si trovano avvolti da un involucro plastificato.
Altri svantaggi della plastica sono che assorbe facilmente gli odori e si macchia facilmente. Esistono diverse tipologie di materie plastiche idonee per il contatto con gli alimenti. Possiedono un simbolo che li identifica, un numero che va da 1 a 7. Vediamone alcuni insieme:
- 1, che sta per PET o PETE (polietilene tereftalato): plastica usata per le bottiglie d’acqua, bibite. Se esposte a temperature superiori ai 70° possono rilasciare sostanze cancerogene come antimonio, acetaldeide e formaldeide
- 3, PVC, le plastiche flessibili, utilizzate soprattutto per le vaschette di affettati o la pellicola trasparente: spesso contengono ftalati, sostanze molto persistenti nell’ambiente che sono dei pericolosi interferenti endocrini; sono liposolubili, cioè migrano più facilmente nei cibi grassi, quindi bisogna fare attenzione soprattutto a carne e formaggi.
- 6, PS, polistirolo; non va riscaldato, perché rischia di liberare lo stirolo, un elemento chimico che interferisce con il nostro sistema ormonale. Viene comunemente utilizzato per i cibi da asporto, quindi ricordate di trasferire il cibo in un altro contenitore prima di scaldarlo.
- 7, indica molto genericamente “altre plastiche”.
Tra le varie sostanze pericolose rilasciate dalla plastica c’è il bisfenolo A: rilasciato per riscaldamento e uso prolungato delle plastiche in policarbonato. Il BPA è un componente chimico che potrebbe compromettere il corretto funzionamento del nostro sistema ormonale, causare danni al nascituro e provocare infertilità. Scegli sempre i barattoli certificati, con la scritta “BPA free”.
Qualche consiglio in più
- Evita l’uso della plastica e preferisci materiali come acciaio inox, vetro, pirex e carta
- Se usi contenitori in plastica assicurati che siano integri che non siano graffiati
- Prima di mettere il cibo (nell’eventualità sia caldo) aspetta che si raffreddi
- Metti in micronde solo i contenitori idonei (hanno simbolo)
- Per avvolgere panini o tramezzini non usare la pellicola trasparente. Preferisci dei semplici tovaglioli di carta
Vetro, la soluzione migliore
I contenitori in vetro sono senza dubbio i migliori. Il vetro è il materiale da preferire sia per le bevande sia per conservare qualsiasi tipo di cibo. È il più sicuro per la salute perché è un materiale puro e inerte, non produce alcun tipo di cessione di sostanze. Inoltre la sua struttura impedisce ai contaminanti esterni di penetrare. Non altera qualità o sapore delle bevande. Non si macchia e dura nel tempo. Gli unici svantaggi sono la fragilità e i costi.
Sia per vetro che per la plastica è necessario prestare attenzione per quanto riguarda il congelamento: servono contenitori dotati di chiusure ermetiche. Per essere sicuri che il contenitore sia adatto ai cibi bisogna fare riferimento al simbolo della forchetta e del bicchiere introdotto dal Reg. CE 1935/2004. In questo modo, l’azienda produttrice del contenitore dichiara che il materiale è idoneo al contatto con i cibi.
Carta, dalla cellulosa vergine al riciclato
Esistono vari tipi di carta: la cellulosa vergine che è la carta più sicura perché non presenta rischi per la salute e la carta riciclata che invece può essere contaminata per via di possibile sostanze tossiche contenute nel materiale da cui proviene (nel caso ad esempio di carta plastificata). Per questo motivo, la legge italiana ha fissato delle percentuali sulla composizione: carta e cartoni per alimenti umidi e grassi, quelli più soggetti alla migrazione di sostanze, devono essere realizzati almeno per il 75% in cellulosa vergine, mentre per gli alimenti secchi la cellulosa, sia vergine sia di riciclo, lo standard minimo scende al 60%. Un altro rischio nel packaging in carta sono gli additivi, come colle o inchiostri per le etichette: anche per questi c’è un limite fissato.
Per quanto riguarda invece il cartone della pizza, la carta all’interno deve essere bianca, non marrone o grigia perché sarebbe di riciclo e fuori norma. Per sicurezza non mangiare mai la carta del cartone. Durante il suo taglio il coltello può incidere il cartone e permettere la fuoriuscita di sostanze dannose.
Alluminio, occhio al rivestimento
L’alluminio è molto utilizzato soprattutto per lattine e barattoli di alimenti confezionati: in questo caso il rischio è dato soprattutto dalle pellicole di rivestimento, create proprio per evitare che il metallo stia a contatto con i cibi. Spesso si tratta di filmanti plastici, contenenti il BPA (Bisfenolo A) – di cui abbiamo già parlato a proposito della plastica -. Anche in questo caso scegli sempre la certificazione “BPA-free”. Anche per questi contenitori non utilizzare mai forchette o coltelli sulle scatolette che potrebbero grattare la superficie e liberare le sostanze plastiche contenenti BPA.
Qualche segreto per non fare male alla salute e rispettare il mondo
Per limitare l’uso della plastica da un po’ di tempo si sta diffondendo l’uso della borraccia. Tra tutti i materiali, l’acciaio inossidabile è quello chimicamente ideale. Bevande, anche particolarmente acide, non rischiano di corroderlo. L’unico rischio, seppur minimo, è che se la borraccia cade, si può ammaccare. Dal momento che è inossidabile non è necessario alcun rivestimento interno (che potrebbe generare migrazione di sostanze). Un altro vantaggio poi è che non conserva odori.
Recentemente si stanno diffondendo anche materiali biodegradabili derivati dalla trasformazione degli zuccheri presenti in mais, barbabietola, canna da zucchero e altri materiali naturali come il PLA, acido polilattico. Purtroppo questo tipo di materiale non è adatto a tutti i tipi di bevande e per questo presenta delle limitazioni.
Non dobbiamo avere paura della contaminazione delle bevande. Se i prodotti nuovi sono stati messi in commercio – come ad esempio le borracce in plastica – al di là del polimero usato possiamo stare tranquilli: ognuno di questi è infatti sottoposto a rigide leggi comunitarie che ne definisce non solo specifici criteri di composizione ma anche test di migrazione.