Un’alimentazione disordinata, poca attività fisica e cattive abitudini di vita. Ecco cosa può ostacolare i processi digestivi. La digestione è infatti un processo molto importante attraverso il quale gli alimenti che mangiamo vengono trasformati in composti più semplici che, attraverso il sangue, giungono alle cellule del corpo dove vengono assorbiti per produrre energia utile alle molteplici funzioni vitali. Dal perfetto funzionamento del processo digestivo deriva, in gran parte, un buono stato di salute.
Una cattiva digestione però è un disagio molto diffuso. I disturbi digestivi sono accompagnati da sintomi facilmente riconoscibili: peso allo stomaco, eruttazione, bruciore di stomaco, crampi e aerofagia. Molto spesso, purtroppo, si ricorre a soluzioni sbagliate che non risolvono il problema. Soluzioni, peraltro, spesso alimentate da falsi miti che tutto fanno fuorché digerire. Vediamo allora insieme cosa fare e cosa non fare.
L’amaro o i liquori dopo pasto
Ammazzacaffè e digestivi di ogni tipo sono un’abitudine molto comune al termine di un pasto abbondante. Vengono consumati come aiuto per digerire e, perché no, come una coccola in più a fine pasto. In verità però tutti questi amari, liquori e distillati alle erbe comunemente chiamati anche “ammazzacaffè o digestivi”, di digestivo hanno ben poco e, invece di facilitare la digestione, la rallentano.
Sono infatti tutte bevande alcoliche ottenute mediante l’aromatizzazione dell’alcol con le erbe e l’aggiunta di notevoli quantità di zucchero. L’assunzione di alcol, sebbene causi un aumento della secrezione gastrica, provoca anche un’alterazione dei tempi di svuotamento dello stomaco e di conseguenza un suo rallentamento.
L’apparente benessere che si prova appena aver bevuto l’amaro, è dovuto alle erbe. Le proprietà digestive di piante come il ginepro, l’assenzio, la liquirizia, l’anice e i chiodi di garofano, utilizzate per produrre l’amaro vengono del tutto azzerate dall’aggiunta di alcol che non apporta alcun beneficio alla digestione ma al contrario, come già detto, la rallenta (un bicchierino di amaro contiene una gradazione alcolica molto alta, al 40%).
Non è da sottovalutare inoltre il carico di lavoro aggiuntivo a cui è sottoposto il fegato in seguito al consumo di alcol (un bicchierino di amaro contiene circa 12 grammi di alcol). Questo non è l’unico processo a cui il fegato si deve dedicare, considerando in generale il suo contributo a tutti i processi digestivi.
Il consumo di alcol andrebbe ridotto drasticamente. L’abuso, inoltre, è correlato, a malattie del fegato come epatopatie e cirrosi che possono evolvere in forme tumorali. L’azione cancerogena è riconosciuta anche per altri tipi di tumori, soprattutto quelli della bocca, dell’orofaringe, della laringe, dell’esofago e della mammella. Inoltre, l’etanolo è un forte irritante per lo stomaco, tant’è che in caso di problemi gastrici la prima raccomandazione è quella di eliminare gli alcolici.
L’Oms (Organizzazione Mondiale della Sanità) raccomanda una quantità giornaliera di alcol equivalente a non più di 2 unità alcoliche per l’uomo, non più di 1 unità alcolica per la donna e per l’anziano. Nello specifico una “unità alcolica” (U.A.) corrisponde alla quantità contenuta in un bicchiere piccolo (125 ml) di vino a media gradazione, in una lattina o in una bottiglia di birra (330 ml) o in una dose da bar (40 ml) di superalcolico. Ricordiamoci anche che l’alcol è molto calorico, anche per questo serve moderazione.
Lo chiamavano Brioschi
La composizione del Brioschi (e di altri prodotti simili) è pressoché costante: zuccheri di vario tipo (sempre al primo posto in etichetta, ciò significa che lo zucchero è l’ingrediente presente in maggiore quantità), bicarbonato, acido citrico o malico, aromi. Un altro nodo critico è il contenuto di sodio, il cui abuso nella nostra alimentazione comporta un incremento della pressione arteriosa e un maggior rischio per patologie cardiache e disturbi correlati. È vero anche che questo genere di prodotti si usa saltuariamente ma bisogna comunque stare attenti perché, molto spesso, gli effervescenti sono utilizzati in modo improprio, per esempio vengono assunti senz’acqua, come caramelle.
Quando il bicarbonato è la soluzione
Il bicarbonato di sodio è la soluzione più facile, sana e immediata. Ha infiniti usi, anche alimentari e, quello più noto, è collegato proprio alle proprietà digestive. Basta un cucchiaino di bicarbonato con un bicchiere d’acqua per facilitare la digestione. Per un effetto ancora più deciso si può aggiungere anche del succo di limone.
Il bicarbonato ha delle proprietà antiacide: protegge le mucose intestinali eliminando l’acidità dei succhi gastrici in eccesso e semplifica il processo di assimilazione dei cibi e aiuta la digestione, attenuando il malessere e restituendo il benessere al nostro stomaco. Quando assumerlo? A fine pasto non appena si avverte “il peso sullo stomaco”. L’ideale sarebbe, poi, fare una piccola passeggiata per favorire del tutto il processo digestivo.
I cibi che aiutano la digestione
Quando la digestione è particolarmente lenta ci sono cibi che andrebbero evitati. È bene precisare però che ciò che ostacola la digestione non è il singolo alimento ma la combinazione di questo con altri cibi. Se hai problemi digestivi, ad esempio, limita il consumo di pietanze troppo grasse o alimenti ricchi di proteine animali (soprattutto la carne rossa, più difficile da digerire). Evita salse di vario genere e fritture. Come unico condimento utilizza l’olio extra vergine d’oliva, succo di limone, aceto di mele o vino. Cucina i cibi con metodi di cottura leggeri. Bevi acqua durante i pasti e non dimenticare mai il contorno di verdure.
A fine pasto, o durante il corso della giornata, si può masticare un pezzetto di zenzero fresco, un digestivo naturale (non quello candito che al contrario è molto zuccherato). Preparazioni impegnative come la pizza, un primo piatto o secondo piatto molto elaborato necessitano sicuramente di una lunga digestione quindi se proprio non vuoi rinunciare a uno di questi piatti golosi devi imparare a cucinarli nel modo giusto oppure a inserirli nel modo corretto all’interno del tuo pasto.
Ad esempio: se mangi la pizza – una delle pietanze che più “rimane sullo stomaco” – evita di prendere un antipasto a base di fritturine varie, focaccine, salumi e formaggi. Se proprio vuoi un antipasto prediligi un carpaccio di pesce crudo oppure un piatto di verdure grigliate. La pizza, nello specifico, è un piatto unico che contiene di per sé già tanti condimenti. L’ideale è dunque gustare la pizza e accompagnarla da una generosa porzione di verdure di stagione (crude o cotte) condite con poco olio extravergine e succo di limone. La fibra che contengono le verdure ti aiuterà a limitare l’assorbimento di grassi e zuccheri facilitando anche la digestione.
Il dolce dopo la pizza appesantisce parecchio e può creare problemi digestivi. Se proprio non riesci a rinunciarci, prendi una piccola porzione non troppo elaborata oppure una coppetta di frutti rossi (fragole, frutti di bosco e lamponi) condita con succo di limone. Se vuoi un dolce a fine pasto, l’ideale sarebbe scegliere un secondo (pesce o carne) con contorno di verdure.
Come preparare in casa un digestivo rinfrescante naturale
Durante la giornata oppure a fine pasto puoi sorseggiare una tisana a base di menta oppure zenzero oppure anice oppure liquirizia oppure finocchio oppure limone oppure alloro o un mix di questi aromi. Non aggiungere zucchero né dolcificanti né miele. Via libera invece a scorza di limone oppure zenzero fresco a pezzetti. Consumare il finocchio crudo, inoltre, durante la giornata o a fine pasto è un altro valido rimedio che ti aiuterà a digerire facilmente.