Pensati magro, vediti grasso e chiediti: ma perché le diete falliscono?

Pensati magro, vediti grasso e chiediti: ma perché le diete falliscono?

Fissati con la linea. Ossessionati dalla bilancia. Malati di girovita slim. Siamo alla continua ricerca della dieta giusta, quella che non abbiamo mai provato e che sicuramente rappresenta “la svolta della nostra vita”. Quella che finalmente ci permetterà di guardarci allo specchio e dire: ora sì che mi riconosco.

E allora siamo disposti a tutto: a digiunare, a eliminare drasticamente qualsiasi cosa, a evitare ogni forma di convivialità “perché sono a dieta”, a mangiare le cose più strane agli orari più strani. Ma tutto questo servirà davvero o ci ritroveremo dopo qualche mese punto e a capo? Spoiler: sì. Punto e a capo.

Perché le diete falliscono?

Quindi la domanda che dobbiamo farci oggi è: ma perché le diete falliscono? Falliscono perché si occupano solo dell’aspetto calorico. Il limite sta proprio nell’occuparci del nostro corpo in modo quantitativo. Ma c’è molto altro. Falliscono perché manca la motivazione, perché non è facile ridisegnare la propria immagine di sé.

Se non siamo pronti al cambiamento, subito dopo la dieta riprenderemo i kg persi. Momenti di ansia e angoscia che vengono compensati e anestetizzati dal cibo. Si innesca un circolo vizioso. Ogni forma di insicurezza o malessere va alla ricerca di una compensazione. Ed ecco che continua la ricerca di qualcosa di drastico che possa innescare in noi la giusta motivazione.

Non esistono le pozioni magiche

Ma forse dovremmo solo accettare che per dimagrire non esiste alcuna dieta strana da seguire. Che per dimagrire non esiste alcuna pozione magica o integratore miracoloso. Occorre avere costanza, determinazione e occuparci di noi nel modo migliore: ogni giorno. Facendo attività fisica e seguendo un regime alimentare sano e bilanciato, adatto alle nostre esigenze, alla nostra condizione di salute, ai nostri gusti. Sì, perché la dieta (che significa stile di vita) deve proporci cibi vari e che ci piacciono.

Lo sgarro è concesso, a patto che…

La dieta deve educarci dal punto di vista alimentare facendoci raggiungere la massima autonomia nella gestione del cibo. Dobbiamo sentirci liberi di andare a cena fuori, di “sgarrare” senza innescare inutili sensi di colpa.

Ricordando che non sarà mai un solo cibo a compromettere il nostro stato di salute o il nostro peso ma la somma dei nostri gesti quotidiani, le quantità di cibo che consumiamo tutti i giorni, la frequenza con la quale scegliamo dei cibi piuttosto che altri, quali e quante bevande consumiamo, quanta attività fisica facciamo.

Quindi basta demonizzare la pasta e mangiare poi delle mega insalatone o barrette proteiche o pasti sostitutivi. Affidiamoci a dei bravi professionisti (dietologi, nutrizionisti o dietisti) che in base alle nostre caratteristiche elaboreranno per noi il giusto programma nutrizionale rifacendosi alle raccomandazioni dietetiche contenute nelle linee guida (Sinu, la società italiana nutrizione umana).

Questo non significa che non sono ammesse “eccezioni” ma che una volta imparate e assodate delle buone abitudini alimentari, alcune eccezioni possono essere fatte. Con il buon senso.